No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080823

conservazionisti o neo-colonialisti? parte 6




Questa terra è di tutti

Comprano una casa, poi un terreno, e così via finchè tutto il panorama cambia. I ricchi possono togliere ai poveri anche il diritto alla bellezza della natura

Barbara Ehrenreich, The Nation, USA


Poco tempo fa ho fatto una breve vacanza: nove ore a Sun Valley, nell’Idaho, prima di partecipare a un dibattito pubblico. Il cielo era di un azzurro profondo, l’aria cristallina, le colline erano verdi. Uscendo dall’albergo per fare una passeggiata ho scoperto un minuscolo villaggio per turisti, completo di panetteria in stile svizzero, un ristorante a molte stelle e un piccolo “teatro lirico”. E, per una fortunata coincidenza, i negozi avevano tutti i capi estivi in saldo! Natura e commercio cospiravano per trasformare quella breve pausa in una perfetta microvacanza. Ma quando mi sono avvicinata alle vetrine le cose hanno cominciato ad assumere un aspetto un po’ sinistro. Dov’ero inita: su un set cinematografico o nel guardaroba di Paris Hilton? Anche con il 60 per cento di sconto, non c’era niente a meno di cento dollari. Quei vestiti non avrebbero dovuto stare lì all’aperto, ma essere esposti in teche chiuse a chiave. Poi mi è tornata in mente la regola generale che si è imposta dagli anni novanta in poi: se un posto è veramente splendido, chiediti se te lo puoi permettere. Certo, ci saranno delle eccezioni: alcuni punti panoramici che non sono stati ancora inghiottiti dalle grandi proprietà. Ma stanno sparendo molto rapidamente.
Dieci anni fa avevo affittato con un amico una casa piccola ed economica a Driggs, nell’Idaho, non lontano dall’esclusivo Jackson Hole. A quel tempo Driggs era una località dove vivevano i lavoratori che ogni giorno andavano a fare i camerieri e a rifare le stanze negli alberghi sul versante più alla moda della catena montuosa. Ma anche noi, gente a basso reddito, avevamo la possibilità di svegliarci guardando lo stesso panorama delle persone ricche e potevamo
passeggiare sugli stessi sentieri ombreggiati dai pini. A Driggs, però, stavano già cominciando ad arrivare quelli con i soldi e le fattorie dei coltivatori di patate si stavano trasformando in enormi tenute padronali. Non ci sono più tornata, ma da quanto ne so Driggs è diventata un’altra Jackson Hole. Quanto ai camerieri e alle donne delle pulizie, non saprei dire dove abitino oggi.
Ho notato questo fenomeno anche a Key West, in Florida, dov’ero andata per la prima volta nel 1986, attratta non solo dalle notti profumate dai frangipani ma anche dal clima sociale poco formale. A una festa si potevano incontrare celebrità letterarie accanto a pescatori, cameriere e cacciatori di tesori sommersi. Poi, negli anni novanta, sono arrivati i ricchi. Sbarcavano dai loro aerei privati, appena atterrati da Miami: visi tirati, abiti di lino, comportamento impaziente. Hanno fatto salire a sette cifre i prezzi delle case. Hanno spinto i ristoranti a chiedere
tranquillamente trenta dollari per un piatto. Hanno fatto sparire i piccoli bar in stile
pseudo-polinesiano sul lungomare per fare spazio ai loro residence. Il furto della bellezza può sembrare il crimine minore commesso dai ricchi. Molti di loro devono il proprio benessere
ai soliti trucchetti: sfruttano gli impiegati, fanno pagare prezzi esagerati ai loro clienti e inquinano tutti i paesi in cui non hanno le loro terze o quarte case. Una volta che hanno accumulato
(o ereditato) le loro fortune, i ricchi possono fare alzare i prezzi di beni di cui hanno bisogno anche le persone comuni, come le case. Così i poveri si disperdono nelle periferie delle città sovraffollate, mentre gli allevamenti di cavalli dei miliardari costringono gli americani delle aree rurali a trasferirsi nelle roulotte. E quando si tratta dei college per i loro figli, i ricchi possono
permettersi di pagare rette di 50mila dollari in su, e questo ha fatto diventare l’istruzione superiore un privilegio delle classi superiori. Ma ci sono anche altri modi con cui i ricchi ci stanno rubando la bellezza e il piacere. Per esempio, mentre negli stadi le normali gradinate vengono smantellate e sostituite da “palchi” trasparenti che costano più di centomila dollari a stagione, anche assistere a una partita è diventato proibitivo per la famiglia media.


continua

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