No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080818

conservazionisti o neo-colonialisti? parte 1


Da Internazionale nr. 754


Montagne verdi in svendita

Dal Botswana alla Patagonia, gli ambientalisti comprano foreste e pascoli per proteggere l'ecosistema. A farne le spese, però, sono le popolazioni locali. L'inchiesta del Guardian

JOHN VIDAL, THE GUARDIAN, GRAN BRETAGNA



Clic! Su internet ho appena comprato, per pochi centesimi, dieci centimetri quadrati di foresta pluviale. Clic, clic! Un altro fazzoletto di costa della Patagonia salvato dallo sfruttamento minerario. Clic, clic, clic! Un amico mi ha appena regalato un metro quadrato dell’atollo Palmyra (dovunque esso sia). Grazie a internet, salvare i posti più belli ed ecologicamente più importanti del pianeta è diventata un’impresa semplice e accessibile: centinaia di onlus, fondazioni e privati invitano sui loro siti ad acquistare foreste, pascoli e montagne per salvarli dalla distruzione e dal cambiamento climatico. Perché limitarsi a spendere pochi spiccioli? Il World Land Trust (Wlt), patrocinato dal naturalista David Attenborough, suggerisce di comprare quattromila metri quadrati di un corridoio di terra riservato agli elefanti indiani per 50 sterline (63 euro), oppure duemila metri quadrati del Chaco Pantanal in Brasile per 25 sterline. Dal 1989 i sostenitori del Wlt in Gran Bretagna hanno comprato 141mila ettari di terra. Per i ricchi, la conservazione dell’ambiente è ancora più raggiungibile. John Eliasch, un uomo d’affari nato in Svezia, scelto dal primo ministro britannico Gordon Brown come consulente per le foreste, nel 2006 ha comprato 162mila ettari di foresta pluviale amazzonica per otto milioni di sterline e ora chiede ai sostenitori di aiutarlo ad acquistare altre terre in Brasile e in Ecuador. La sua associazione, Cool Earth, chiede 70 sterline per quattromila metri quadrati e afferma di aver comprato tredicimila ettari in un anno. I suoi acquisti hanno suscitato le proteste del governo brasiliano, secondo cui Eliasch è un “eco-colonialista”. I brasiliani, affermano le autorità, sono perfettamente in grado di occuparsi delle loro foreste. Il presidente Luiz Inácio Lula Da Silva ha dichiarato che “il Brasile non è in vendita” e un gruppo di ministri ha scritto che Cool Earth sta attaccando la sovranità del paese. Questi “stranieri benintenzionati ignorano la realtà della foresta pluviale amazzonica”, sostengono i ministri brasiliani. “Dovrebbero piuttosto cercare di fare pressioni sui loro governi per proteggerla”. Eliasch e le numerose organizzazioni conservazioniste come la sua fanno parte di una nuova tendenza mondiale. La privatizzazione dei terreni è diventata il sistema preferito per salvare l’ambiente dal degrado causato dall’edilizia, dall’industria o dall’incuria. Sta succedendo ovunque. In Gran Bretagna, dove il governo sta riducendo drasticamente i finanziamenti pubblici per la tutela ambientale, i gruppi come il Woodland Trust comprano terreni a un ritmo mai visto e stanno diventando i protagonisti del mercato delle proprietà rurali. L’anno scorso il Woodland Trust , che ha 200mila aderenti, ha raccolto 22 milioni di sterline e oggi possiede e amministra oltre 1.100 foreste pari a una supericie di 20mila ettari. La fondazione dichiara addirittura di piantare più alberi della commissione forestale del governo.


continua

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