No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080709

Lucio 2


parte 1

Maggio '68. Anne
A Parigi si avvicina il maggio del ’68. Lucio è in prima fila per le strade. Accanto ha il suo amore nuovo di zecca, Anne. Una ragazza bene, studi superiori, papà piccolo imprenditore. Riesce a convincerla ad amarlo con lettere di fuoco in cui la accusa di «essere una piccolo-borghese con la puzza sotto al naso», che parla tanto di classe operaia e poi quando ne conosce uno, di operaio, lo snobba. Anne ci cade come una pera. E diventa la sua compagna di lotta. Insieme, da lì a qualche anno, verranno accusati del sequestro del direttore della Banca di Bilbao, Baltasar Suarez.
El Che
Ma prima ancora, Lucio conosce Che Guevara. A Parigi, il basco era diventato amico dell’ambasciatrice cubana alla quale aveva rivelato di poter aiutare la rivoluzione dell’isola con una massiccia falsificazione di dollari. Il basco pensa sempre in grande. L’idea è di mettere in circolazione tanti di quei miliardi di dollari falsi da far saltare il sistema economico Usa. Per farlo
però è necessario che Cuba e tutte le sue derivazioni clandestine nel mondo si lasciassero coinvolgere e guidare da Lucio. Il basco e Che Guevara, allora ministro dell’industria del governo dell’Havana, si incontrano nell’aereoporto di Orlì. Il Che ascolta, incuriosito. «Ma io lo sentivo freddo - dice Urtubia scuotendo la testa -, distante. Era chiaro che non mi stava credendo. E che non se ne sarebbe fatto niente». Percezione corretta. Il Che rifiuta, il piano decade. Ma Lucio non si dà per vinto. Anzi, al posto dei dollari ha trovato un rimedio ancora più interessante per falsificare il denaro. Comincia a produrre copie false di travellers cheques Usa, in particolare quelli emessi dall’istituto di credito più grande del mondo: la National City Bank.
City Bank
Le sue sono copie perfette, con numeri di serie realmente esistenti ma moltiplicati all’infinito e spacciati, da coppie di rivoluzionari di ogni dove, per tutta Europa. Ognuno poi porterà i proventi ai propri gruppi combattenti: Tupamaros, Pantere nere, Eta, Brigate rosse, Ira, Prima linea. In pochi mesi, la City Bank è in ginocchio. Lucio riesce a “fregargli” quasi venti milioni di dollari. Il segreto è nelle matrici, da lui stesso create, assolutamente perfette. Nel 1980 però un infiltrato lo incastra. In una calda giornata di luglio, seduto nel bistrot parigino “Les Deux Magots”, viene riconosciuto e arrestato dalla polizia francese. Accanto, ha una valigetta piena di cheques falsi. Il
gioco è finito. O no?
Le trattative
In realtà è solo l’inizio. Mentre gli avvocati della City Bank chiedono il fermo, l’arresto e l’estradizione per Lucio, la polizia francese va più cauta. Le prove sono molte, ma le matrici sono introvabili. A suo carico però Lucio ha un regime di libertà vigilata per il sequestro Suarez. Quando le autorità francesi, dopo averlo rilasciato in attesa di giudizio, gli chiedono di presentarsi in commissariato, lui scrive una lettera al giudice in cui spiega perché invece di presentarsi sceglie la latitanza. Semplice: non si fida troppo della giustizia francese, è estate e tutti vanno in ferie e lui non ha voglia di aspettare in galera che tornino. Il giudice Michat si domanda curioso chi sia questo strano delinquente che gli scrive una lettera per spiegargli la sua fuga. La City Bank intanto ha un altro problema. Nonostante Urtubia in un modo o nell’altro sia fuori gioco - prima
in prigione poi in latitanza - i travellers cheques continuano a circolare e si moltiplicano. Da lì a un mese si arriva al disastro. La banca Usa è costretta a prendere una decisione impopolare,
soprattutto in estate: non cambierà più cheques in nessuna parte del mondo del valore superiore ai dieci dollari. La reazione è immediata. I clienti in vacanza si infuriano, i correntisti cominciano a non fidarsi più e chiudono i conti. La catastrofe, economica e di immagine, è a un passo.
Gli avvocati della Banca sono costretti a cedere. Si dichiarano pronti a negoziare con Urtubia: la cancellazione dei reati se il falsario consegna le matrici e gli cheques ancora in suo possesso.
Lucio, tramite i suoi avvocati, si dice disposto a negoziare, ma vuole condurre lui il gioco. «Caspita, loro volevano qualcosa da me, e allora anch’io ho chiesto qualcosa a loro. Mi sembra normale, funziona sempre così». Di fronte allo stupore generale - e a un certo divertimento dei francesi - Lucio si dichiara disposto a consegnare tutto e a giurare di abbandonare per sempre l’attività. In cambio vuole qualche milione di dollari, non sappiamo esattamente quanti.
E qui, è necessaria un’ultima nota di contorno. Dei milioni di dollari e cheques falsificati Lucio non si è mai messo in tasca nulla. Non lo dice solo lui, lo testimoniano tutti. Al massimo, ci si è pagato qualche ristorante e un paio di vestiti da travestimento. «Ma stiamo scherzando! Nessuno dei gruppi rivoluzionari che hanno avuto i soldi da me prodotti li ha mai usati per sé, lo posso giurare!». Per chiuderla qui, la City Bank cede.
Oggi
Da allora, Lucio Urtubia è un tranquillo cittadino di Belleville. Oggi, a 77 anni, vive ancora con la sua Anne nel palazzetto che ha acquistato nel quartiere parigino e che ha trasformato in un centro culturale per la diffusione del pensiero anarchico. La casa è intitolata, con tanto di targa, a Louise Michel, storica leader della Comune parigina. Se qualcuno ha bisogno di soldi per “la causa” può tentare di bussare al portone. Che di solito, se lui è in casa, è sempre aperto. Basta entrare e all’ultimo piano lo potete trovare a scrivere o a leggere davanti a un bicchiere di vino. Se vi mettete a sedere, vi offre da bere e da mangiare. Se gli siete simpatici e vi dichiarate rivoluzionari è disposto volentieri a scambiare anche due chiacchiere.


continua

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