No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080612

la bomba petrolifera 3




I paesi produttori di petrolio invece si ritrovano con i bilanci in attivo


Circa tremila miliardi di dollari all'anno arrivano nei loro forzieri. Un fiume di denaro che negli anni settanta si riciclava in occidente con l'acquisto di buoni del tesoro americani e altri beni d'investimento in dollari. Erano queste le regole del gioco della supremazia del dollaro, accettate da tutti perché poggiavano su una reale supremazia economica occidentale.

Oggi, però, l'indebolimento del dollaro, la crisi dei mutui, l'impoverimento dell'occidente, il rallentamento della crescita le sta sgretolando. Oggi vige la legge del petrolio: chi ce l'ha lo sfrutta al massimo.

I paesi produttori non reinvestono più negli Stati Uniti o in Europa ma incanalano i profitti nei fondi sovrani, riserve monetarie diverse da quelle bancarie, e così evitano le pressioni alla rivalutazione delle loro monete mentre la ricchezza cresce. I fondi sovrani, che gestiscono tremila miliardi di dollari (il 10 per cento del pil mondiale), snobbano Wall street e la processione di banchieri occidentali che elemosina liquidità torna dal golfo Persico a mani vuote.

Grazie alla finanza creativa, il petrolio sottoterra frutta più di quello estratto: le partecipazioni petrolifere si riorganizzano in prodotti finanziari (gli assets backed securitites) il cui valore è agganciato al prezzo del petrolio.

A ogni impennata cambiano mano e fruttano profitti in un mercato virtuale, illusorio quanto quello dei mutui spazzatura americani. E allora perché sorprenderci se non s'investe abbastanza nell'esplorazione petrolifera e se l'appello di Bush per far aumentare la produzione cade nel vuoto?

L'incertezza dei governi occidentali su come gestire questa crisi è legata alla debolezza di chi consuma il petrolio rispetto a chi lo possiede. La differenza con gli anni settanta è che a dettare le regole del gioco non siamo più noi ma la legge del petrolio. L'era dell'energia a basso costo è finita e anche quella della supremazia degli stati occidentali volge al termine. Consumatori, camionisti e pescatori l'hanno già capito.

Nessun commento: