No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080516

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Stavo ripensando a quanti giornali ho letto nella prima parte della mia vita. Vediamo quanti riesco a ricordarmene. Corriere dei Piccoli. Topolino. Il Tirreno, che per un breve periodo si è chiamato Il Telegrafo. Pochissime volte La Nazione. Pochissime volte Il Corriere di Livorno. Quando mi vestivo diversamente compravo Per Lui, e anche Uomo Vogue. A parte i fumetti DC e Marvel, anche in originale, Corto Maltese e L'Eternauta. Per il cinema Duel, I Duellanti, Ciak e un'altra rivista complicatissima della quale non ricordo il nome. Sulla musica, poi. Rockerilla, Rockstar, HM, Metal Shock, Flash, Rumore (nato dalla diaspora da Rockerilla), Velvet (poi scomparso, niente a che vedere con l'omonimo di tendenza che esiste adesso), XL, All Music, pochissime volte Blow Up, raramente Mucchio Selvaggio; su un paio di questi ho anche scritto, ovviamente quelli meno famosi. Pulp, per la letteratura. Gulliver, Tuttoturismo, Carnet. Ho comprato e sono stato abbonato a: Panorama, L'Espresso, Time, Newsweek, l'edizione domenicale di El País. Ho letto e/o leggo Left, Carta, Internazionale, Limes pochissime volte. Quotidiani, a parte quelli citati prima: pochi e poche volte quelli sportivi, La Gazzetta dello Sport ma più sovente Corriere dello Sport/Stadio, preferibilmente l'edizione toscana. Il Corriere della Sera, ma lo trovo blando e strutturato in una maniera che non mi piace; La Repubblica, una tradizione che mi ha insegnato mio padre, ancora oggi un piacere giornaliero che mi nego raramente, nonostante la linea "politica" sia rimasta alla mia destra, tutti i suoi allegati (i miei preferiti, ma lo sapete, D La Repubblica delle donne e Il Venerdì), Il Manifesto, Liberazione. All'estero se trovo Repubblica o Il Corriere, ma se capisco la lingua mi piace leggere i quotidiani locali. Leggo a lavoro, raramente, leggo le versioni on-line, leggo in treno quando mi capita di viaggiarci, sulla tazza del cesso, in poltrona, sul tavolo dove mangio, al mare scomodissimamente e contro il vento, sulle panchine, mentre cammino rischiando il frontale contro i lampioni, addirittura qualche volta in coda in auto. Al cinema mentre aspetto, nell'auto ferma. Una volta un'amica brasiliana si è messa a ridere quando le ho raccontato che quando vado ai concerti nei palazzetti mi porto dietro il quotidiano e prima che inizi lo spettacolo e che si spengano le luci, leggo.


A chi critica le mie letture, rido in faccia, peccando anche un po' di presunzione, ma di gusto.

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