No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080522

camorra


Gomorra - di Matteo Garrone 2008


Giudizio sintetico: da vedere


Campania, tra Napoli e Caserta. Lo stato è assente, e c'è un unico padrone: la Camorra. Storie di ordinaria malavita in un non-luogo dimenticato da Dio, dove il sistema capitalistico tocca il suo apice: i soldi sono la prima cosa, dice uno dei protagonisti, e non c'è niente di più vero. Storie che si intrecciano, film corale, nuovi "mercati" che generano una diaspora e la conseguente guerra senza quartiere e senza prigionieri.


Più ci penso e più mi rendo conto che quello di Garrone, un regista davvero intenso e poco valorizzato (come dimenticare i suoi precedenti L'imbalsamatore e Primo amore), è davvero un grande film. Un affresco spietato e senza sconti di una tremenda realtà che è il cancro vero dell'Italia. In verità, c'è poco altro da aggiungere: si vedono le cose che ognuno di noi, persone informate ma lontane dalla realtà di quel luogo, immagina. Ma vederle non è così facile: fa male.

Dal punto di vista tecnico, il film è all'altezza e merita grandi palcoscenici; la regia è sempre presente, sta addosso ai moltissimi protagonisti (senza rendersene conto subito, a posteriori ci accorgiamo che questo è un classico film corale senza averne i connotati che di solito siamo abituati a vedere), la fotografia è sporca quanto basta, gli attori, molti non professionisti ma anche diversi presi dal teatro, sono tutti incredibilmente credibili, e il pur sempre bravo Toni Servillo diventa uno dei tanti. Ovvio che la mano del regista sia da applaudire anche per la direzione.

Unico difetto che mi sento di imputare a questo Gomorra è una durata eccessiva, gli ultimi 40 minuti sembrano girare un po' alla ricerca di un finale degno. Io forse ne avrei scelto un altro, e avrei tagliato almeno 20 minuti, ma va bene così: Gomorra è da vedere.

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