No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080315

we own the night


I padroni della notte - di James Gray 2008


Giudizio sintetico: da evitare


New York 1988. La famiglia Grusinski è divisa in due: il padre Albert è capo della polizia di NY (sul distintivo il titolo originale, We own the night), il figlio Joseph sta facendo carriera nello stesso dipartimento, è già capitano, sposato con una "pari-classe" con figli; l'altro figlio, Robert (Bobby) è il manager di una discoteca alla moda, di proprietà di un ricco russo che lo tratta come un figlio, è fidanzato con una splendida portoricana, Amada, ed è conosciuto addirittura, per suo volere, col cognome della madre, Green, per non aver niente a che fare con il resto della famiglia. Messo in guardia dalla famiglia, visto che la mafia russa si sta incuneando pesantemente nel tessuto sociale americano con i traffici soprattutto di droga, e nel "suo" locale di droga ne gira in quantità, Bobby tira dritto per la sua strada, scontrandosi duramente con Joseph in seguito ad una retata da lui organizzata, retata che mette sottosopra El Caribe (la discoteca gestita da Bobby) e porta Bobby brevissimamente in carcere. Ma dopo alcune ore, i russi tentano di uccidere Joseph con un'imboscata proprio davanti a casa sua, e le convinzioni di Bobby si incrinano. Ha l'occasione per infiltrarsi dentro l'organizzazione russa, e il dipartimento comandato dal padre, nonostante al padre non piaccia l'idea, soprattutto dopo il rischio corso dall'altro figlio, gli offre la possibilità di spalleggiarlo e di far fruttare la collaborazione.


Non mi convinceva questo film, nonostante la presenza di Eva Mendes, sempre bellissima ma ancora lontana dall'essere una grande attrice, ma dopo aver visto la "faccina sorridente" (recensione positiva di Roberto Nepoti) su La Repubblica e le quattro palle di Internazionale (recensione positiva di Anthony Lane su The New Yorker) mi sono detto "perchè no". C'è chi ha scomodato Sorsese (The Departed) e perfino Abel Ferrara, ma scomodare nomi così altisonanti per questo film, secondo me, è da ricovero immediato. Il film di Gray è assolutamente stereotipato, e l'atmosfera grigia e decadente che lo pervade, dovuta soprattutto alla fotografia, non aggiunge niente alle nostre conoscenze. La sceneggiatura ci lascia perennemente in attesa di qualcosa che ci stupisca, i cambiamenti nelle vite dei protagonisti avvengono come per miracolo, le psicologie degli stessi non sono mai approfondite e quel poco che ci è dato di capire è da quattro soldi. Quando Joseph confessa, verso la fine, di aver sempre invidiato la libertà di Bobby, spero abbiate le braccia ben ancorate ai braccioli della poltroncina, perchè potreste non ritrovarle più. La cosa che stupisce è trovare bravi attori in un film così scarso (Duvall soprattutto). Tra l'altro, I padroni della notte è strombazzato per una scena hot tra Joaquin Phoenix (ricordiamolo: l'uomo più gobbo del mondo dopo Andreotti e Quasimodo. Fate caso anche in questo film dove "cadono" le spalle delle sue camicie) ed Eva Mendes. Bene, la scena il regista se la gioca subito in apertura, e sinceramente ho visto il film da più di un giorno e sto ancora aspettando il momento hot.

Un film tra l'altro, assolutamente sessista, classista e razzista, molto destrorso senza avere l'epicità che rende digeribili (e perfino conivolgenti) i capolavori di certi registi tendenzialmente fascisti.

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