No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080310

ale


Come forse qualcuno di voi avrà intuito, quest'uomo è al momento il mio giornalista satirico preferito. Da Il Manifesto di ieri.



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I due puffi del liberismo
Alessandro Robecchi
Apprendo dai giornali (forse la parola apprensione deriva da lì) che il grande scontro teorico sul liberismo oppone oggi due giganti del pensiero economico: Giulio Tremonti e Renato Brunetta. Il rimpianto per coppie ben più serie (i fratelli Govi, Totò e Peppino, i vecchietti del Muppet Show) si fa struggente. Ma sia, il mondo si evolve, dal liberismo si è passati al neo-liberismo, poi si è scivolati nell'ultra-liberismo ed eccoci finalmente - qui e ora - al liberismo dei puffi. E' una piccola vertigine, ma piacevole: in sostanza si teorizza di attenuare il capitalismo perché sotto i suoi nefasti effetti rischiano di farsi male i capitalisti, ammetterete che è un bel contrappasso. Ma la realtà è più avanti della teoria. Per anni, per esempio, un solo argomento ha troncato tutti gli altri come una porta tagliafuoco: è il mercato. Davanti a questa frasetta telegrafica - è il mercato - cadeva ogni possibile alternativa, il dogma non si discute, specie quando è puntato come un fucile. Eppure, che il liberismo dei puffi sia già tra noi lo si vede ogni giorno. Se il mercato comandasse davvero, per esempio, Malpensa sarebbe oggi un bell'appezzamento di terreno coltivato a colza o granoturco e la compagnia di bandiera potrebbe forse vivere senza il respiratore artificiale. Del resto, si vuole il liberismo (vendere Alitalia), ma non se ne vogliono gli effetti (che Alitalia decolli e atterri dove più le conviene). Tremonti teorizza un controllo del capitalismo in chiave anti-cinese, e in sostanza anti-asiatica, ma qui, intanto, si gioca in miniatura: si attenua il mercato non per riequilibrare le sorti del mondo, ma per tenere buoni quattro leghisti varesotti. Pensare in grande, ma agire in piccolo; teorizzare nuove prospettive avanzate, ma fare i furbi come contadini arretrati. Il nuovo paraliberismo sembra quello che è: un po' paraculo. Meno male che ci sono le forze progressiste, che nel dibattito sul liberismo intervengono con chiarezza cristallina. Alla Calearo, per intenderci, quello dello sciopero fiscale. Ma sì, anzi, yes. We can.

10 commenti:

Matteo ha detto...

d'accordo con lui. Da noi parla di liberismo gente come Montezemolo e Berlusconi. L'uno è andato avanti per 40 anni coi finanziamenti statali, l'altro, invece, è proprio oltre: mette lo stato al suo servizio. Il suo è ultracomunismo. La verità è che da noi il liberismo non c'è mai stato.

drunkside ha detto...

e bravo Robecchi.

Anonimo ha detto...

Alessandro Robecchi è fortissimo, quando andavo a scuola faceva una trasmissione di un quarto d'ora satirica sull'attualità che si chiamava "Piovono Pietre" :)

drugo

jumbolo ha detto...

su quale radio?

Anonimo ha detto...

scriveva pure su cuore
mau

jumbolo ha detto...

su quale cuore mau?

:))))))))))

lafolle ha detto...

sembra la sintesi di
alessandro e robecco sul naviglio

la persona giusta nel blog giusto

Anonimo ha detto...

radio popolare di milano, non so se era in network nel resto di italia o era solo per i "milanesi ciccia nebbia" :)

Anonimo ha detto...

approposito di satira.
dalle mie parti si dice:scherzando scherzando, si dice sempre la verità.

punkow

Anonimo ha detto...

ci son fior fiore di detti latini in merito ma non ho mai fatto latino quindi...

ale
scriveva su cuore di Serra.
te lo confermo quanto prima.
c'è un'intervista su un Mucchio di tempo fa a Robecchi.
ma tu leggi Rumore, quindi...
mau