No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20071216

Eastern Promises


La promessa dell'assassino - di David Cronenberg 2007

Giudizio sintetico: da vedere

Anna è infermiera ostetrica in un grande ospedale londinese. Durante un turno di notte, le capita di tentare, insieme alla sua equipe, di salvare una giovanissima ragazza di origini russe incinta, giunta all'ospedale in gravi condizioni. La ragazza non ce la fa, ma la bambina sopravvive. Anna è scossa, e, mossa a compassione, si impossessa del diario della ragazza, con una mossa scorretta. Anche Anna è di origini russe, e tenta di convincere suo zio Stepan, anche lui a Londra, di tradurgli il diario di Tatiana, questo il nome della ragazza, per cercare una traccia che le indichi dove trovare la sua famiglia, per comunicargli la nascita della bambina, che nel frattempo all'ospedale hanno chiamato Christina. Vista la riluttanza dello zio, Anna, si reca al ristorante russo indicato da un biglietto da visita ritrovato in mezzo alle pagine del diario; lì familiarizza col padrone, Semyon, un anziano russo con la passione della cucina, gli parla della ragazza, che Semyon dice di non ricordare, e dopo un paio di incontri gli affida la traduzione del diario, fornendogli le fotocopie. Al ristorante Anna incontra due tipi loschi: Kirill, il figlio di Semyon, e Nikolai, l'autista della famiglia. Quest'ultimo le dimostra una specie di distaccato interesse.

Ennesimo passo di Cronenberg verso il film di genere, espressamente noir, come già nel precedente, bellissimo, A History of Violence. Non si può prescindere, appunto, dal predecessore, per parlare di questo Eastern Promises (il titolo italiano è mortificante), un po' per il tema, un po' per la conferma del protagonista, Mortensen. Partiamo dai temi, dunque. I "pilastri" di Cronenberg sono, da sempre, il corpo, la morale (intesa nel senso più ampio del termine), il ricordo. Potremmo semplificarli così. Abbandonati i film "visionari" a partire da Spider, si è affidato prima ad un libro "solido" (Spider, appunto), poi ad una graphic novel acclamata, fino a questa ultima prova, dove si affida ad uno sceneggiatore pratico e in gamba (Steven Knight, Piccoli affari sporchi di Stephen Frears), che però "ingessa" leggermente la trama e la instrada su binari consueti, non fuori dagli schemi, come invece ci aveva abituati il maestro canadese.

Quello che ne esce, è un film dall'atmosfera gelida (un classico cronenberghiano) e rarefatta, ambientato in una Londra (dove non c'è un inglese nemmeno a pagare, già vista proprio in Piccoli affari sporchi, ma in effetti è la situazione reale) plumbea, fotografato perfettamente, con viraggi cupi che aumentano la sensazione di oppressione dello spettatore, questo negli esterni, mentre negli interni la fotografia è talmente realistica che sembra di essere lì, insieme agli attori. I movimenti di macchina sono impercettibili, ma implacabili, i primi piani stravincono sui campi lunghi perchè, come sempre, il cinema di Cronenberg scruta i volti dei personaggi per fargli comunicare le loro storie. Le esplosioni di violenza sono questa volta telefonate, ma ancora stupendamente realistiche, efferate nella loro necessarietà; e, badate bene, la violenza sta negli sgozzamenti come nel mostrare in primo piano un neonato prematuro.

Come sempre, ognuno ha un segreto, più o meno inconfessabile, ogni personaggio agisce in base alle ferite infertegli nel passato. Altro punto debole del film, alcuni di questi segreti vengono a galla troppo presto. I personaggi agiscono inoltre in base al loro codice morale.

Il cast. Ben diretto, ovviamente. Certo, la Watts diventa una specie di icona (dopo Lynch, Cronenberg) del cinema intellettual-deviato, ma quella sua espressione costantemente preoccupata (che, qualcuno le dovrebbe spiegare, non corrisponde a "intensa") fa pensare che sia successo quasi per caso. Cassel (che fa ancora una volta il russo, dopo Birthday Girl) è condannato alle parti da isterico-squilibrato, ma se la cava bene. Mueller-Stahl è granitico. Mortensen invece, ascende definitivamente nella sfera degli attori-culto, grazie anche ad alcune scene memorabili, e rischia di diventare l'alter-ego di Cronenberg. Davvero eccezionale, freddo, addirittura vagamente kaurismakiano con i capelli impomatati, si cimenta perfino in una serie di espressioni e movimenti facciali che rendono il suo personaggio, già interessantissimo, uno di quelli da ricordare a lungo.

Le scene, appunto. Nonostante, come forse traspare tra le righe, chi vi scrive abbia qualche riserva sul film, seppur da fanatico cronenberghiano, questo La promessa dell'assassino ci regala diverse sequenze davvero superbe. Già da quella iniziale lo si intuisce, molto belle le due nel vicolo che finisce sul Tamigi, grandi (e non solo perchè lui è così) tutte quelle con Mortensen seminudo, compresa l'unica, meccanica, fredda, "costretta" (al contrario di quella in A History of Violence) quella di sesso, superlativa quella già citatissima del bagno turco con Mortensen/Nikolai ridotto ad un Cristo sanguinante, che però trova la forza di surclassare in violenza e spietatezza i suoi nemici. Cronenberg qui, ha molte cose in comune con l'evocatività del collega Abel Ferrara.

Un film impeccabile dal punto di vista stilistico, leggermente deludente dal punto di vista della trama, che passa senza che il regista sfrutti, o si inventi, qualche "gancio" visionario. Al tempo stesso, sono ridotti al minimo i sottotesti che erano presenti nel precedente. Vedremo, con i prossimi film, se Cronenberg ha deciso di andare per questa strada, se si è trattato semplicemente di una sceneggiatura troppo prevedibile, oppure se chi vi scrive non è riuscito a leggere tra le righe.

2 commenti:

garaz ha detto...

Oltre alla trama un po' prevedibile ho trovato un po' troppo crude certe scene, tipo il taglio delle dita, gli sgozzamenti, il piccolino in sala parto.
Per il resto bel film

Anonimo ha detto...

Stessa critica: prevedibilità di parti della sceneggiatura, non tutta, bella Londra ma soprattutto i colori caldi degli interni a confronto con la freddezza dei personaggi!