No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20061210

principessa


Marie Antoinette - di Sofia Coppola 2006

All'età di 14 anni, la principessa austriaca Maria Antonietta fu mandata in Francia per sposare Luigi XVI, allora delfino del re Luigi XV, in modo da rinforzare l'alleanza tra i due paesi. Non fu compito facile per lei, mai accettata dai francesi in quanto "straniera", dare un figlio maschio al consorte, vista la sua riluttanza al sesso, come immaginiamo non sia stato semplice resistere ai richiami dello sfarzo della corte di Versailles, della vita mondana, e invece capire le esigenze del popolo, sfinito dalla monarchia, ma soprattutto dagli sperperi di corte, anche in politica estera, e da inverni sempre più rigidi. Dopo la presa della Bastiglia, la Rivoluzione Francese si rivalse anche su di lei, giustiziandola, dopo alcuni anni di prigionia e un processo-farsa.

Il film di Sofia Coppola, già amata e osannata (per conto di chi scrive giustamente) per i suoi primi due film, Il giardino delle vergini suicide (tratto dal bellissimo libro di debutto di Jeffrey Eugenides, autore poi del capolavoro Middlesex) e Lost In Translation, racconta la storia della principessa-bambina dall'età di 14 anni (immediatamente prima del matrimonio) fino all'abbandono forzoso della reggia di Versailles, avvenuto quando lei aveva già 36 anni. Lo fa alla sua maniera, sperimentale e moderna, innestando nella colonna sonora un sacco di musica contemporanea, lasciandosi andare ogni tanto a scene degne di un videoclip, dipingendo la principessa come un'adolescente vogliosa solo di divertirsi, ma incapace di ribellarsi ai voleri della madre che la controlla da lontano. Un'adolescente che non capisce quello che le avviene intorno.

Purtroppo, la magia non si ripete, ed il film parte con ottime intenzioni, ma si rivela deludente e anche un po' noioso. Un susseguirsi di belle scene, girate con maestria con bei costumi, senza un apparente filo logico e, soprattutto, senza nessun valore aggiunto in quanto film storico. Assistiamo asetticamente ai dolori(ni), ai vizi, ai capricci (non solo della principessa), e perfino i sentimenti (che, in situazioni come queste, possono spesso passare in secondo piano a livello di importanza) ci appaiono superficiali e patinati. La performance della apparente mattatrice del film, una Kristen Dunst probabilmente caricata di troppa responsabilità, non fa altro che rendere il tutto piatto che più piatto non si poteva. Chissà se è dipeso da lei o dalle indicazioni della regista, che in altre situazioni (già citate) si era rivelata brava a dirigere.

Delusione in costume. Aspettiamo Sofia alla prova del prossimo film.

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