No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20061222

crepuscolo?


Il prescelto - di Neil LaBute 2006

giudizio sintetico: orrendo

Edward Malus fa il poliziotto stradale, e rimane sconvolto da un incidente al quale assiste da molto vicino; cerca di salvare la donna e la figlioletta protagoniste involontarie dell'incidente, ma non ci riesce. Durante la convalescenza, una strana lettera scuote ulteriormente Edward: la sua ex fidanzata Willow gli chiede aiuto: sua figlia è scomparsa, e lei ha bisogno di aiuto. L'uomo va in suo soccorso, e si trova di fronte una realtà alquanto strana: una comunità segregata volutamente su un'isola in mezzo al Pacifico, dove gli uomini hanno un ruolo marginale e sembrano tutti menomati, mentre le donne sono forti, dominatrici e quasi tutte bellissime.
Edward si mette al lavoro per ritrovare la piccola Rowan, ma la sua teoria si rivelerà sbagliata, come l'impressione che lui non sia il benvenuto sull'isola......

La visione di questo film è qualcosa di sconvolgente, in senso negativo. Tralasciando il fatto che sia uno dei film più brutti degli ultimi mesi, la cosa che disarma è che il regista era stato autore, in passato, di una filmografia di tutto rispetto. Gli appassionati di un cinema intelligente, si sono spesso ritrovati a consigliare caldamente le opere di LaBute: il suo devastante (in senso positivo) debutto Nella società degli uomini, il suo esilarante e caustico secondo Amici & vicini, lo spassoso e corrosivo Betty Love; perfino il suo film d'amore, Possession - Una storia romantica aveva una marcia in più, rispetto ai film di genere. Le premesse non erano buone (il genere, il trailer, l'attore principale), ma la firma di LaBute, dunque, avrebbe dovuto essere l'unico motivo, per un amante del buon cinema, che spinge ad andare a vedere Il prescelto. Purtroppo la sua mano non si nota (oppure si è misteriosamente ammalata di ovvietà), e ne esce un film assolutamente inguardabile. Rifacimento dell'omonimo The Wicker Man di Robin Hardy, del 1973, il film è un'accozzaglia di dialoghi scontati, recitazioni pessime, situazioni grottesche e citazioni che richiamano film migliori (in molti hanno notato somiglianze con The Village, ma la tensione di Shyamalan è lontana anni luce; si possono riconoscere anche Il villaggio dei dannati o un sottile richiamo all'hitchcockiano Gli uccelli), ma non servono e non bastano per dare un minimo di senso a questo film davvero brutto. Personaggi senza un minimo di definizione, microcosmo dell'isola non sfruttato per niente a livello di metafora (o, almeno, se c'era un'allegoria si è fatto di tutto per camuffarla e non farla arrivare allo spettatore), superficialità a raffica.
Non basta nemmeno Ellen Burstyn (sorella Summersisle) in questo deserto arido. Tralasciamo le prestazioni del protagonista Nicolas Cage (ormai anche gli ultimi sparuti fans hanno capito che deve la sua fama a grandi film fatti in passato, ma la sua espressività non è mai esistita) e della inutile Kate Beahan ( - Willow - l'impressione è che si sia rifatta le labbra il giorno precedente all'inzio delle riprese); si salva la bella e magnetica Molly Parker (sorella Rose), relegata però a un ruolo abbastanza marginale (anche se presente nell'unica scena con un minimo di tensione di tutto il film).
Memori della delusione di Jersey Girl a proposito di grandi registi che poi si riprendono (Kevin Smith, Clerks II), speriamo proprio che vada così anche con Neil LaBute, e che magari questo film lo abbia diretto per caso (leggi: soldi).
Per questa volta, voi risparmiateli i soldi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

credo che nicolas cage debba in parte la sua fama anche al fatto che il suo nome originale è nicolas coppola; il buon nicola gabbia è infatti nipote di tal francis ford....
m.

Anonimo ha detto...

credo che nicolas cage debba in parte la sua fama anche al fatto che il suo nome originale è nicolas coppola; il buon nicola gabbia è infatti nipote di tal francis ford....
m.

jumbolo ha detto...

non volevo sparare sulla croce rossa