No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20060927

sopravvalutati


Profumo - Storia di un assassino è il nuovo film di Tom Twyker, tedesco, autore di un ottimo debutto, Lola corre del 1998, e di un interessante seconda prova, La principessa + Il guerriero nel 2001. Evidentemente, il ragazzo si è convinto di essere un grande, visto che nel 2002 realizza un flop con Heaven, ritenendosi all'altezza di una sceneggiatura dell'indimenticato Krzystof Kieslowski, e adesso si ritiene talmente quotato da proporre la trasposizione del vendutissimo Profumo di Patrick Suskind, al quale erano interessati sia Martin Scorsese, sia Stanley Kubrick.
Ne esce fuori un film patinato, goffo nelle scenografie (pacchiane quelle di Parigi), con una fotografia più adatta al favoloso mondo di Amelié che a una storia di uno dei primi serial killer della storia, senza ritmo e con pochi attori all'altezza.
Due parole sulla storia, non senza dire preventivamente che non ho letto il libro, proprio perchè troppo diffuso (e, dopo questo film, mai lo leggerò): Jean Baptiste Grenouille, nato da una madre che non lo vuole, nel luogo più puzzolente di Parigi nel XVIII secolo (il mercato del pesce), e destinato a morte sicura proprio da sua madre, sopravvive dimostrando fin da neonato una forza di volontà fuori dal comune. Dirottato ad uno squallido orfanatrofio, venduto come schiavo ad un conciatore di pelli che pare uscito per metà da Delicatessen, e per l'altra da un film di zombi, lascia già da piccolo dietro di sè una scia di morte. Dotato di un olfatto sovrannaturale, si adatta alla vita da schiavo conciatore finchè non riesce a farsi assumere da un grande profumiere in disgrazia, Giuseppe Baldini (un bravissimo Dustin Hoffman), grazie alle sue innegabili doti. Attirato morbosamente dalle donne più per il loro profumo che per le loro grazie, alla corte di Baldini il ragazzo inizia a programmare il suo mostruoso piano: fabbricare un profumo "divino" che lo renda amato da tutti. Spostandosi a Grasse, culla dei profumi, il suo piano prende corpo (anzi, corpi) fino a che, scoperto e condannato alla forca, Grenouille sfodera il suo prodotto ultimato, e tutti cadono ai suoi piedi.
Imbarazzante è dir poco. Scene forti all'inizio fanno ben sperare, pasoliniana l'orgia sul finale, anche se, ne sono sicuro, Kubrick avrebbe saputo fare di meglio.
Fly down, Tom.

Nuovomondo di Emanuele Crialese, che debuttò con lo splendido Respiro solo pochi anni fa, è un'altra dimostrazione di come un regista possa sovrastimarsi dopo solo qualche elogio. Il film è una specie di ricostruzione storica della prima e massiccia emigrazione italiana verso le americhe (in questo caso gli Stati Uniti) ai primi del '900, soprattutto dal sud. La famiglia Mancuso, siciliana, vende tutto e parte, guidata dallo spirito puro di Salvatore, su una delle tante carrette transatlantiche (vi ricorda qualcosa?), leggi nave, alla volta di Ellis Island, luogo dove gli aspiranti nuovi cittadini statunitensi venivano sottoposti a quarantena, esami medici accurati, test psicologici, confinati in questo limbo (vi ricorda qualcosa?), quantomeno vivibile in confronto alle agghiaccianti condizioni nelle quali avevano viaggiato (vi ricorda qualcosa?).
Trascurabile la semi-storia d'amore di Salvatore con la misteriosa signorina Luce (interpretata da una sempre iper-affascinante Charlotte Gainsbourg, mia personalissima attrice preferita), fastidiosi gli intermezzi onirici, lentissimo e soporifero il ritmo, questo film si salva giusto perchè andrebbe proiettato continuamente nei luoghi della politica quando si parla di immigrazione. Alcuni dialoghi del personale dell'immigrazione statunitense sono sarcasticamente divertentissimi, e lasciano al tempo stesso un forte gusto amaro nella bocca.
Si può vedere, se non avete di meglio da fare, ma siate riposati. Raccomandiamo anche a Crialese, per il futuro, di volare basso.

Nessun commento: