No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20051231

un disco per ricordare l'anno che se ne va


Laura Veirs – Year of Meteors 2005

A volte, venire da Seattle, avere amici musicisti e una grande sensibilità può non voler dire niente. Non è il caso di Laura, arrivata, con questo disco, al terzo lavoro, il quarto se si conta l’omonimo debutto live. Si parte sommessamente con Fire Snakes, e già alla seconda traccia Galaxies si capisce di essere di fronte ad un’artista che non scriverà la storia della musica rock, ma che la arricchirà di una certa dose di classe, e senz’altro di belle e soffici canzoni. Con Secret Someones siamo dalle parti di Suzanne Vega; Through the Glow è delicata come un guanto di seta sulle parti intime, Cool Water ti fa rimpiangere dopo 10 secondi che duri solo 2.52. Black Gold Blues è punk acustico completo di archi.
Secondo il mio punto di vista, di fronte a lavori come questi c’è poco da arricciolare parole per descriverli, bisogna solo ascoltare e goderne. Magari con un buon bicchiere di bianco in mano, soli o con gli amici. Guardando un tramonto, o un bel panorama. Quando suoni canzoni spoglie, quasi solo chitarra e voce, è un po’ come quando pensi che “una donna bella, se è bella veramente lo è anche coi capelli rasati”. Ecco, rende bene l’idea. Se sai scrivere canzoni, c’è poco altro da aggiungere. Se però ci metti arrangiamenti sobri, e una voce vellutata, dalla buona estensione, puoi arrivare in fondo al cuore degli altri.
C’è un momento per la "deriva" (che ne so, i Mogwai, tanto per dirne una), e c’è un momento per il caminetto. Questo è un caminetto coi fiocchi.
Delizioso.

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