No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20051230

pensieri sparsi com'è giusto che sia


Questa mattina quando sono uscito per andare a lavorare ed ho visto la neve mi sono girati un po' i coglioni, come sempre succede le poche volte che nevica sul mio paese. La neve sul mare è bella solo in cartolina, altrimenti è bene che stia in montagna.
Leggo sul giornale però, che relativamente vicino sta aprendo un locale nuovo per concerti. A Sesto Fiorentino, in via Pasolini, con un tendone da circo preso in affitto dalla famiglia Togni; quasi 1000 persone la capienza. Primi concerti annunciati, il 18 febbraio i Cathedral (ma pensa, esistono ancora) e il 10 marzo i Dark Funeral. Bene. Per oltre 20 anni mi sono abituato a pensare ai concerti indissolubilmente legati ad un lungo viaggio, tanto che adesso fare "solo" 100 km per vederne uno a Firenze è facile e quasi piacevole, un po' come pulirsi il culo quando non hai le emorroidi. Potrei andarci proprio con i Cathedral, solo per il gusto di "inaugurare" un locale; ma lo stesso giorno ci sono gli Arabstrap all'Estragon a Bologna. Vedremo.
Tutto questo mi porta già a progettare i primi concerti del 2006. E' una cosa bella. E' un ciclo che riparte, che rinasce, che ti rinnova nell'anima. Chissà per quanto andrà avanti. A vent'anni non avrei pensato che a 40 sarei ancora andato a vedere i concerti. E invece e invece.
Ho appena ascoltato "Amber Headlights" di Greg Dulli, caro, vecchio amico, compagno di sbronze virtuali, di amori andati a male, stroncati sul nascere e ripagati da una piccola morte. Mi è parso di scorgervi un po' di stanchezza, ma è solo un primo ascolto. Sono passato poi a "C'è gente che deve dormire", dei Marta Sui Tubi. Che fossero bravi si capiva già da quella sera fredda di un paio di anni fa, nella quale li vidi aprire per Moltheni al Baraonda di Massa, ma riuscire a scrivere un pezzo come L'amaro amore, nel quale si sposano Elio e gli Area era difficilmente immaginabile. A proposito degli Area (un inchino è sempre doveroso), appena uscito questo disco un amico mi domandò se il modo di cantare del vocalist si potesse paragonare a quello di Demetrio Stratos. Lì per lì rimasi interdetto, più per l'impertinenza della domanda che per l'effettiva possibilità di paragone. Come si può, dicevo fra me e me. E invece e invece.
Vorrei, volevo, avrei voluto chiudere questo post con una frase ad effetto, che lasciasse il segno. Invece mi avvio a dire una frase fatta, un luogo comune. Forse perchè nel frattempo è finito il disco dei MST (una cover dei Chemical Brothers l'ultimo pezzo, così a orecchio), e la colonna sonora adesso è "Howl" dei Black Rebel Motorcycle Club, che già al secondo pezzo ricordano i Mission senza averne l'eleganza sonora e la pacchianeria del guardaroba, e al terzo sembrano lo spot del Jack Daniel's? Chissà.
Fatto sta che anche quest'anno è stato fruttuoso, un po' in tutti i campi; ma soprattutto in quello umano. Anche per quest'anno, ho conosciuto e approfondito la conoscenza di persone che lasceranno un segno dentro di me.
Nonostante, al quarto pezzo, i BRMC sembrino già gli Aerosmith.
Beviamoci su.

1 commento:

jumbolo ha detto...

per la precisione, l'ultimo pezzo del disco dei Marta Sui Tubi, Tomorrow Never Knows, sarebbe in origine dei Beatles; l'hanno rifatto in tanti, tra cui i Chemical Brothers insieme a Gallagher alla voce; la versione dei MST somiglia molto a quella dei Chem Bros, pur senza elettronica